Yokai. Le antiche stampe dei mostri giapponesi

“Non mi ha ucciso la katana, mi ha ucciso la paura”

Sul sangue di quarantamila teste di nemici mozzate si fondò la lunga Pax Tokugawa. L’assenza di guerre, allontanando i ricordi e gli orrori dei massacri del passato, favorì lo sviluppo di racconti epici che davano vita ad atmosfere cupe e terrificanti.

Dopo il grande successo alla Villa Reale di Monza, la mostra Yōkai. Le antiche stampe dei mostri giapponesi arriva a Bologna, nelle sontuose stanze quattrocentesche di Palazzo Pallavicini.

Ideata e prodotta da Vertigo Syndrome e curata da Paolo Linetti, massimo esperto di arte giapponese e curatore di importanti collezioni private, la mostra presenta al pubblico occidentale il fantastico mondo dei mostri della tradizione nipponica, attraverso oltre duecento opere del XVIII e XIX secolo, tra stampe antiche, libri rari, abiti, armi e armature samurai. In esposizione anche una straordinaria collezione di netsuke, piccole sculture in avorio un tempo usate come fermaglio.

Storie di paura. Le cento candele

La mostra si apre con una sala immersiva che fa rivivere al visitatore l’esperienza della più leggendaria prova di coraggio dei samurai: il rituale delle 100 candele.

Il rituale iniziava dopo l’ora del tramonto e vedeva i samurai riunirsi in una stanza illuminata dalla luce di cento candele. Ognuno di loro doveva raccontare ai compagni una storia popolata di yōkai, i mostri giapponesi appunto, con l’obiettivo di testare il loro coraggio spaventandoli a morte. Al termine della storia, chi l’aveva narrata doveva alzarsi, spegnere la candela di una lanterna, prendere uno specchio e specchiarvisi nell’angolo più lontano dagli altri: l’oscurarsi progressivo della stanza accompagnava la narrazione di racconti sempre più spaventosi e carichi di suspense.

Oltre 200 opere sui mostri giapponesi

Tra le opere in mostra, spiccano le straordinarie xilografie di Hokusai, del quale vengono proposti alcuni dei famosi quaderni manga, quando la parola “manga” aveva ancora il suo significato originario di “immagine divertente, fatta senza scopi seri”, tutti raffiguranti mostri della tradizione nipponica, e “Il libro di combattenti cinesi e giapponesi”, una delle sue opere illustrate più pregiate, proposta nella sua prima edizione, oggi rarissima.

Si segnalano inoltre i capolavori dei tre più importanti maestri della scuola Utagawa: Hiroshige, Kunisada e Kuniyoshi, ai quali il celebre editore Senzaburo Ibaya aveva commissionato “Cinquantatré stazioni parallele del Tokaido” (la via che univa Edo a Kyoto), chiedendo loro di rappresentare ciascuna di esse attraverso leggende e storie di paura.

Le creature e i mostri che popolavano queste illustrazioni, protagonisti delle locali leggende tradizionali, sono gli antenati dei Pokémon, dei robot giapponesi, dei personaggi rappresentati nelle animazioni di Miyazaki.

L’iniziativa si completa con una serie di tavole ad opera di Marga “Blackbanshee” Biazzi, illustratrice da sold out nelle maggiori fiere del fumetto italiane con richieste di collaborazioni da tutto il mondo. Ogni tavola presenterà in chiave contemporanea un racconto e un mostro grazie allo stile che la caratterizza in maniera inequivocabile.

Le Macchine Effimere fa servizio di Exhibition Registrar per la mostra Yōkai. Le antiche stampe dei mostri giapponesi a Palazzo Pallavicini di Bologna.

INFO:

Yōkai. Le antiche stampe dei mostri giapponesi

Palazzo Pallavicini, Bologna

7 aprile – 23 luglio 2023

www.mostrigiapponesi.it